Una storia (davvero) vera
Circa due anni fa ho incontrato una persona che si era iscritta ad un mio corso di Laboratorio di Impresa, Emma, una donna di 45 anni circa. La sua era una storia come tante oggi, molti anni di esperienza nel segretariato, un buon posto di lavoro, poi la crisi e il licenziamento. Era venuta da me per apprendere qualcosa in più circa l’imprenditoria, infatti aveva appena aperto un negozio di onicotecnica.
Dopo quasi un anno senza ritrovare lavoro aveva deciso di auto impiegarsi, aveva trovato un locale al centro di Roma e aveva valutato che in quel posto sarebbe andato benissimo quel tipo di attività. Emma nella vita ha avuto molte esperienze lavorative, personaggio eclettico e capace, e’ stata in grado di sbrigare da sola tutta la parte burocratica aziendale. Non si sentiva però così sicura circa l’organizzazione interna e la fiscalità.
Questo continuo confrontarci ci ha fatto diventare subito amiche e così ho cercato di aiutarla quando la situazione è diventata troppo complessa. Per poter aprire aveva stipulato una SNC con una persona in possesso dei requisiti professionali richiesti, Paola. Ognuna di loro aveva dei ruoli ben divisi e stabiliti: Emma doveva occuparsi delle pubbliche relazioni, marketing e gestione, Paola del lavoro manuale.
All’inizio tutto ok, il negozio è partito alla grande , in pochi mesi si è reso economicamente sostenibile. Ma purtroppo le società si sa , hanno sempre qualche difetto: Paola si rende presto latitante, non presenzia più l’attività e l’avviamento ne risente fortemente, nonostante la presenza di un’altra ragazza. Che fare?
Nascono liti e discussioni, partono diffide legali, l’attività va in crisi, si arriva quasi a doverla chiudere. L’ennesima delusione per Emma che ci aveva concentrato tutte le sue energie. Proviamo a metterla in vendita, ma è difficile perché non si riesce a recuperare neanche i costi sostenuti, ma soprattutto nulla che possa essere sufficiente per ripartire da sola.
Ci vuole un’idea.
Ma se ripartiamo da…Tenerife?
Avevo tanto sentito parlare di Tenerife , delle potenzialità che offre a chi desidera imprendersi, così ho iniziato a fare indagini, parlare con persone, mettermi in contatto con Italiani che c’erano già stati etc etc.. Ne è venuto fuori un quadro per il quale abbiamo deciso che valeva la pena rischiare qualcosa. Abbiamo messo in vendita l’attività a una cifra molto più bassa rispetto al suo valore, una cifra che però ci avrebbe consentito di avere dei liquidi da utilizzare fuori Italia.
L’attività proposta in quei termini si è venduta subito e per contanti, a quel punto dovevamo solo andare sul posto. Siamo partite a maggio e per un mese intero abbiamo girato ovunque, studiato l’isola, i suoi abitanti, usi e costumi. Abbiamo parlato con Ambasciate, Istituzioni, Banche , Agenzie, Ospedali, Commercialisti, abbiamo visitato tutti i centri commerciali possibili e negozi su strada, ma soprattutto abbiamo parlato con tantissime persone italiane e non che ci hanno raccontato le loro storie.
Attualmente c’è un esodo incredibile dall’Italia verso Tenerife e ci siamo rese conto di quanta necessità ci sia di gestirlo e pianificarlo. Gli Italiani partono ancora all’avventura, convinti come sono di rivendere sul posto il tanto conclamato Italian food, ma purtroppo non è così. L’analisi che va fatta è un’altra: non basta andare lì con un’idea, bisogna comprendere le necessità del posto dove ci si vuole insediare e proporre una adeguata risposta commerciale.
Dallo studio che abbiamo fatto con Emma, oggi siamo in grado di conoscere quali rami commerciali e artigianali possono funzionare, quali sono richiesti, quali necessari perché mancanti. Parlando con le persone e raccontando loro che mi occupo di impresa, quasi immediatamente sono stata risucchiata in un vortice di richieste di consulenze e consigli, per cui tutte le idee con cui eravamo partite dall’Italia sono rimaste nel cassetto, in serbo per altri.
Alla fine ce l’abbiamo fatta
Emma oggi ha preso in affitto un bell’appartamento in Costa Adeje e abbiamo aperto una Agenzia che si occupa di impiantare attività imprenditoriali sull’isola. Io raccolgo da qui contatti e le adesioni. Incontro le persone, stabiliamo se è possibile organizzare un percorso insieme. Il consiglio che do sempre a tutti dopo il primo colloquio è di partite, andare sul posto e verificare. Non è una decisione facile da prendere e va valutata con attenzione.
Se la persona al suo rientro decide di trasferirsi, lavoriamo sul progetto, Emma si occupa del disbrigo tecnico sul posto (ricerca locale ,autorizzazioni etc), poi parto con lei e insieme realizziamo la sua azienda. Questo significa essere un tutor. Cosa bolle in pentola in questo momento? Stiamo aprendo una Finca (il nostro B&B), un agriturismo , un negozio di frutta e uno di casalinghi. La qualità della vita a Tenerife? Meravigliosa!
La fiscalità? Equa e molto contenuta. (Ancora non ti basta??) Uno scoop? Ci sono pochissimi artigiani sull’isola e quelli italiani sono richiestissimi. Che ne pensi? Ti è venuta voglia di partire?
P.S. Ti ricordo che per qualsiasi informazione puoi contattarmi attraverso la mia email personale: ritacallegari@hotmail.it
Una storia fantastica davvero complimenti ad Emma e al suo coraggio.